lunedì 12 marzo 2018

Abandoned (Last chapter)


Chapter V

L’auto trattò fermarsi, ma la strada era congelata. Era quella la volontà del destino? L’auto si fermò, a pochi centimetri da lui. Un uomo scese immediatamente y si avvicinò al cane. Non era lui, non era il suo odore. Senza forze alla fine svenne. 
—Santo cielo, sei tutto ossuto. Andiamo, amico mio, mi prenderò cura di te. —L’uomo si inginocchiò e lo prese tra le sue braccia. 
Il cane non poteva sentire quello che aveva detto l’uomo, forse non si sarebbe abituato facilmente, ma al suo risveglio la sua vita sarebbe cambiata. Il povero meticcio aveva ricevuto il miglior regalo di natale. L’amore.

lunedì 26 febbraio 2018

Abandoned (Chapter IV)

Chapter IV

Era il luogo dove l’auto del suo padrone si era fermato ed era sceso insieme a lui. Il cane aveva creduto che fosse solo una rapida passeggiata per le sue necessità, come abitualmente lo era. Mai e poi mai avrebbe immaginato che lo avrebbe legato e fosse entrato nell’auto senza di lui. Né una accarezza, né alcune parole rassicuranti. Gli aveva dato le spalle e se n’era andato. Quel giorno aveva perso la voce, aveva abbaiato tante di quelle volte che la sua gola aveva iniziato a graffiargli, ad ardere, ma lui continuò, tutto il giorno, finché non decise di sdraiarsi e fidarsi di lui. Lo aspettò tre settimane, senza mangiare, senza dissetarsi, ma dopo ruppe la corda del guinzaglio e fu alla sua ricerca. Mai lo trovò.
Una abbagliante luce spezzò i suoi malinconici ricordi, il suono stridulo di un clacson attirò la sua attenzione. Il cane si girò immediatamente e chiuse un poco gli occhi. Non si mosse, non si discostò. Ma invece iniziò a muovere la coda, leggermente. I suoi pensieri, in quel momento, erano palesi.
«È lui».

martedì 30 gennaio 2018

Abandoned (Chapter III)

Chapter III

Per quanti anni fossero passati, per quanti ricordi della sua vita da animale domestico avesse dimenticato, non aveva potuto obliare l’immagine del suo padrone. Ricordava ancora il suo odore, miscelato con l’odore di tabacco e di cioccolato, e il suo lungo fischio acuto, rumoroso, ma amoroso.
Aveva visto tutte quelle scene mentre la sua piccola mente si aveva chiesto il motivo per il quale si trovasse in quella situazione, del perché il suo padrone avesse deciso di abbandonarlo. Che cosa aveva fatto di male per perdere il suo amore? E per ultimo non gli importava neanché se fosse colpa sua, ma se avesse avuto di nuovo l’occasione di incontrarlo, di essere nuovamente accettato, era sicuro di se che non avrebbe più fatto ciò che lo avesse fatto arrabbiare e aver deciso di abbandonarlo, anche se non sapesse cos’era...
Alzò immediatamente il suo muso, davanti a lui, vedendo più in là di ciò che potrebbe fare un occhio umano. Il suo fiuto aveva captato qualcosa. Iniziò ad annusare, qualcosa di famigliare. Improvvisamente iniziò a correre, a tutta velocità. Per quanto fosse affamato e ossuto, di conseguenza debole, corse come se fosse un cane sano finché non arrivò a un’autostrada. Superò la staccionata e avanzò in mezzo a essa. Non era un luogo qualunque, era “il” luogo.

lunedì 15 gennaio 2018

Abandoned (Chapter II)

Chapter II

Durante su lunga camminata, sempiterna e come se non avesse una fine, ogni tanto alzava pigramente il suo muso e si girava verso alcune case. Vide cose che gli fecero evocare alcuni ricordi dimenticati con il tempo, cancellati, quando ancora possedeva una famiglia. Vi erano dei bambini, appena fuori della loro casa, realizzando artistici pupazzi di neve (almeno intentandolo) con i loro cani che godevano nell’eliminare la loro creazione. Finché non si concludeva con lui sopra il bimbo purificando ogni parte del suo viso. Per un momento aveva avuto l’impulso di avvicinarsi a loro, ma con un minaccioso ringhio del cane si ritirò e prosiguiò con su eterna camminata.
Un poco più in là fu spettatore della tipica scena in cui il padrone chiama il suo cane perché entri in casa. La stessa cosa. Aveva raddrizzato le orecchie, ma appena sentì e vide un cane passargli accanto riabbassò le orecchie e rimase guardandoli, osservando un cane che conosceva l’affetto umano. La coda si dimenava animatamente, così impetuosamente che spazzava la neve che si era posata sui gradini, e i suoi gioiosi latrati di un cane che amava il suo umano.
Il cane si voltò. Non è un indizio sufficiente per affermare che un cane possa piangere, ma una piccola goccia d’acqua salata scese dal suo occhio e si perdette nel suo pelo, tristemente, già non radiante come una volta.

lunedì 8 gennaio 2018

Abandoned (Chapter I)

Chapter I

Era una gelida notte, i fiocchi di neve stavano iniziando a discendere dal cielo come candida cenere. Piccole impronte si stavano disegnando nello strato di neve che si era disteso sopra le vie e la vegetazione di una piccola città adornata con luci colorate.
Lui era l’unico che camminava in quei sentieri già isolate, senza una casa e senza una famiglia riunita intorno a un tavolo ben tappezzato di squisitezze, aspettando la mezzanotte. Alla fine a cosa sarebbe servito. Non sapeva più che cosa era la felicità, l’amore o l’affetto umano. La sua inanimata coda pendeva dal suo fondoschiena, non la dimenava briosamente da tanto tempo, le sue orecchie stavano riposando eternamente lungo la sua testa, la quale stava sempre inclinata in giù. Ormai niente o nessuno poteva chiamare la sua attenzione.

lunedì 18 dicembre 2017

Sacrifice (Last chapter)


Chapter X

Improvvisamente sentì le sue energie essere assorbite da un gigantesca sanguisuga finché il suo corpo iniziò a farsi più pesante. Il suo sacrificio era stato concesso. Il suo attacco avanzò con più vigore y riuscì a prevalere l’attacco avverso.
«Cosa? Questo è impos...» gridò Antwan, ma il fulmine lo divorò prima que finisse la frase.
Allen crollò sulle ginocchia, le sua braccia rimasero appese come corde. Definitivamente lui non era più immortale, aveva un limite e quel giorno lo aveva raggiunto.
“Era l’unico modo... L’ho fatto deliberatamente… È meglio così…”
Pensò sorridendo, dopotutto la minaccia era stata sconfitta e nessuno dei suoi cari sarebbe stato in pericolo, nessun essere vivente. Mai più. Da lontano li vide avvicinarsi, correndo frettolosamente verso di lui, ma non avrebbero fatto in tempo, neanche per dirgli quanto gli volevano bene, quanto lo amassero, poiché il suo corpo iniziò a sbriciolarsi in cenere, dolcemente, come se fosse pan secco, come pioggia al contrario.

lunedì 11 dicembre 2017

Sacrifice (Chapter IX)

Chapter IX

Allen lo osservò, respirando affannosamente, ma non rispose, solo chiuse gli occhi. Antwan rise.
«No!» gridò Ansolm e sparò, insieme ad Anson e Anthony.
Nonostante Antwan possedesse poteri terribili, la super velocità non era inclusa in quel pacchetto e fu uno dei motivi per cui comuni umani riuscirono a uccidere cinque dei suoi doppioni. Antwan ruggì e con colera ordinò agli unici due rimasti di ucciderli. Nella sua mente si disegnarono le loro teste schiacciate come se fossero una bottiglia di plastica, e difatti la sua immaginazione non si allontanava molto dalla realtà, perché grazie al suo altro potere, la super forza, poteva riuscirci.
Tuttavia, Allen non lo permise e, prendendo altri profondi respiri, si girò e lanciò rapidamente due raggi verso loro due, polverizzandoli immediatamente. Dopo si voltò verso Antwan e continuò, ma lui eluse il suo attacco librandosi immediatamente in aria. Fluttuando come una busta di plastica, lo guardò sorridendo.
«Sai? Credo che troverò un’altra persona con un potere simile al tuo o probabilmente più forte. Addio.» le sue mani si incendiarono improvvisamente e le diresse bruscamente verso di lui, un getto di fuoco, spesso come una colonna di pietra, uscì da esse.
Allen sovraccaricò immediatamente tutto il suo corpo, chiamò tutte le sue energie, tutto il suo potere, e una volta che le sue mani e braccia furono avvolte dall’elettricità, lanciò un potente fulmine verso Antwan. Le due avversità di scontrarono, creando una vigorosa esplosione d’impatto e radendo al suolo il campo di mais. I suoi amici, la famiglia che viveva lì, si allontanarono il più lontano possibile, ma da dove potevano ancora assistire alla battaglia. Osservarono i due poteri affrontarsi tra di loro. Momenti in cui stava vincendo Antwan, altri Allen. Ma, il giovane voleva vincere, doveva, e si obbligò a chiamare tutte le sue energie, anche quelle che per qualsiasi umano erano vitali. Effettivamente avrebbe fatto di tutto perché le persone que amava non perdessero la vita per lui.